IL PROGETTO CARDIOPEDIA
Cardiopedia è una piattaforma di formazione dedicata a medici per informare sulle malattie cardiometaboliche, le cure disponibili e le buone pratiche per il benessere cardiovascolare.
In particolare, attraverso articoli scientifici e video pillole, il sito si pone l’obiettivo di porre l’attenzione sugli stili di vita più idonei per i pazienti con malattie cardiovascolari, ipertensione e scompenso cardiaco.
Cos’è e quando si parla di ipertensione arteriosa?
Quando il cuore si contrae il sangue viene spinto in periferia attraverso le arterie. Il sangue esercita quindi contro le pareti delle arterie una forza (o meglio una pressione) che è massima al momento della contrazione del cuore (pressione sistolica) e minima nella fase di rilassamento (pressione diastolica). In condizioni fisiologiche normali, la pressione è pari a circa 120/80 mmHg.
Si parla di ipertensione quando in due o più occasioni viene rilevata una pressione superiore a 140/90 mmHg. Nel 90-95% dei casi l’ipertensione arteriosa non ha una causa evidente e viene dunque indicata come ipertensione primaria o essenziale. Nel 5-10% dei casi è causata invece da un’altra patologia e in questi casi si parla di ipertensione secondaria.
Quando il cuore fa fatica a contrarsi
Lo scompenso cardiaco è un insieme di sintomi e di manifestazioni fisiche causato da una ridotta capacità del cuore a contrarsi. In genere all’origine dello scompenso c’è un evento acuto pregresso che ha danneggiato il tessuto muscolare del cuore, per esempio l’infarto del miocardio, oppure condizioni come l’ipertensione o la disfunzione delle valvole cardiache che non hanno effetti acuti, immediati, ma che con il tempo possono ridurre la capacità del cuore di contrarsi.
Il cuore per compensare a tale condizione cerca di:
- contrarsi di più e con maggiore forza;
- sviluppare una maggiore massa muscolare;
- accelerare la frequenza delle sue contrazioni.
Quando il cuore fa fatica a contrarsi
Lo scompenso cardiaco è un insieme di sintomi e di manifestazioni fisiche causato da una ridotta capacità del cuore a contrarsi. In genere all’origine dello scompenso c’è un evento acuto pregresso che ha danneggiato il tessuto muscolare del cuore, per esempio l’infarto del miocardio, oppure condizioni come l’ipertensione o la disfunzione delle valvole cardiache che non hanno effetti acuti, immediati, ma che con il tempo possono ridurre la capacità del cuore di contrarsi.
Il cuore per compensare a tale condizione cerca di:
- contrarsi di più e con maggiore forza;
- sviluppare una maggiore massa muscolare;
- accelerare la frequenza delle sue contrazioni.
Un eccesso di grasso “cattivo”
Il colesterolo è un grasso indispensabile per l’organismo perché costituisce le membrane cellulari e partecipa alla sintesi degli ormoni steroidei e della vitamina D. Può essere assunto con l’alimentazione (in particolare con i grassi animali) ma viene anche prodotto dal fegato.
Il colesterolo viene trasportato dal fegato alle arterie all’interno di molecole chiamate lipoproteine a bassa densità (LDL) e viene rimosso ed eliminato dal sangue attraverso le lipoproteine ad alta densità (HDL). Quando la concentrazione di colesterolo nel sangue è in eccesso le lipoproteine LDL sono responsabili dell’accumulo nella parete arteriosa e della formazione della placca aterosclerotica. Si parla di ipercolesterolemia quando si ha un incremento del colesterolo totale plasmatico superiore a 200 mg/dl e delle LDL (oltre 135 mg/dl) accompagnato da un decremento delle HDL (inferiore a 35 mg/dl negli uomini e 40 mg/dl nelle donne).
PROGETTO CARDIOPEDIA
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